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The Crown 5 – Decennium horribile

The Crown 5 è la quinta stagione della serie tv creata da Peter Morgan per Netflix. Un autore che si era già dimostrato piuttosto interessato e capace nel raccontare le vicende della famiglia reale con il suo The Queen (2006).

Una serie che ha raggiunto subito un grande successo, sia per le vicende raccontate, sia per la cura e l’eleganza nella gestione del materiale.

E questa quinta stagione si è portata dietro qualche polemica molto sterile…

Se vi interessa solo The Crown 5, cliccate qui.

Se invece volete non avete mai visto The Crown, continuate a leggere.

3 motivi per guardare The Crown

Ecco tre motivi per cominciare immediatamente questa serie fantastica.

Il casting (quasi) perfetto

Emma Corrin in una scena di The Crown 4, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

Un elemento di grande importanza per prodotti di questo tipo è riuscire ad indovinare il casting. E The Crown ci riesce perfettamente, scegliendo non solo attori che riescono a riprendere le fattezze delle persone reali in maniera anche impressionante, ma sopratutto a portare un’interpretazione incredibilmente convincente.

In particolare perfetto il casting di Diana, sia nella sua versione più giovane con Emma Corrin, sia per l’interprete più adulta, Elizabeth Debicki.

La cura

Helena Bonam Carter in una scena di The Crown 4, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

La cura che viene messa nella produzione di The Crown ha pochi eguali nella storia della televisione. Dietro questo prodotto si vede uno studio e una gestione al limite del maniacale per rendere credibile il setting e i personaggi, tanto che, andando a fare il confronto con i filmati storici, il risultato è da far girare la testa:

La trama non scontata

Elizabeth Debicki in una scena di The Crown 5, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

Scegliendo di raccontare personaggi di questo genere, sarebbe stato molto semplice portare episodi del tutto focalizzati sugli elementi più di richiamo. The Crown sicuramente racconta questi momenti, ma preferisce focalizzarsi sulla psicologia dei personaggi e anche su eventi meno conosciuti, ma che ampliano la narrazione.

Di cosa parla The Crown 5?

La quinta stagione copre il periodo fra il 1991 e il 1997, un periodo molto burrascoso per la corona, in particolare per la figura di Diana, e la sua drammatica conclusione…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di guardare The Crown 5?

Elizabeth Debicki e Dominic West in una scena di The Crown 5, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

Assolutamente sì.

The Crown 5 è in linea con l’attimo livello delle precedenti. Quindi, se vi è piaciuta fin qui, vale la pena di recuperare anche la nuova stagione.

Tuttavia, è anche giusto essere pronti al fatto che questo nuovo ciclo di episodi, quasi come punto di principio, si rifiuta di calcare troppo la mano sui momenti più iconici di Diana, la cui storia è comunque centrale.

Anzi, va per sottrazione.

Insomma, non vuole farci vedere più di tanto quello che sappiamo già.

Perché le polemiche su The Crown 4 non hanno senso

Questa stagione è stata anticipata da numerose polemiche, anche per aver avuto la sfortuna di uscire in un momento politico piuttosto delicato, ovvero a seguito della morte di Elisabetta II.

Per questo si è molto criticato l’aver suggerito che Carlo avesse meditato di attentare al trono della madre. Si è arrivati persino a chiedere che venisse messo un disclaimer iniziale per avvertire lo spettatore che gli eventi raccontati non corrispondessero alla realtà.

Io consiglierei ai detrattori anzitutto di guardare The Crown, sopratutto questa quinta stagione.

Perché The Crown basa la sua forza sul scavare profondamente nella psicologia dei personaggi. E per fare questo ovviamente deve inventare o quantomeno ipotizzare cosa succedeva a porte chiuse. Come – e so che potrebbe veramente sorprendervi – fanno la maggior parte dei prodotti di questo tipo.

E approcciarsi a questa serie pensando di trovare un racconto della verità storica è una grande ingenuità.

Oltre a questo, la serie è del tutto positiva nel raccontare Carlo, che voleva portare novità e freschezza alla Corona. Fra l’altro non insinuando, come è stato detto, che avesse ideato un piano per attentare al trono.

C’è un po’ di The Crown in questa Diana

Elizabeth Debicki in una scena di The Crown 5, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

La storia di Diana e Carlo è assolutamente centrale nella stagione, anche più della scorsa, dove comunque era molto presente.

Si sceglie ancora una volta il taglio più intimistico, in cui si racconta soprattutto quello che succedeva a porte chiuse e le profonde crepe che si erano formate ormai da tempo nel loro matrimonio.

Perfetta la scelta di Elizabeth Debicki come interprete: la sua prova attoriale è stata davvero convincente. Una regia che la premia continuamente, insistendo molto su primi piani stretti, mentre l’attrice tiene spesso gli occhi bassi e guarda verso l’alto, e così appare sempre molto timida e indifesa.

Ma in realtà è meno angelica di quanto sembri…

Fra luci e ombre

Nella scorsa stagione la figura di Diana era messa in scena come l’assoluta vittima della situazione

Al contrario in questi nuovi episodi Diana non è più una figura così positiva e senza ombre. Complice anche il cambio di casting, che la mostra come una donna molto più matura, e non più un’indifesa ragazzina. E per questo appare forse quasi una bambina capricciosa troppo cresciuta, che si sente costantemente vittima degli eventi.

Da questo punto di vista lo scambio con la Regina è rivelatorio non tanto di quanto effettivamente Diana fosse la vittima, ma più che altro di come si sentisse tale. In realtà Diana era sempre stata messa in un posto che le stava stretto, e quindi non aveva fatto altro che cercare di trovare una via di fuga da quell’ambiente per lei opprimente, anche con azioni non del tutto corrette.

Il principe promesso

Olivia Williams e Dominic West in una scena di The Crown 5, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

Come anticipato, il racconto di Carlo è molto meno drastico di quando si potesse pensare.

Si racconta di fatto il rapporto antagonistico fra Carlo e la madre, e con la corte in generale, in cui l’erede al trono cercava di mettersi al centro della scena e rinnovare il ruolo della Corona.

E si insiste molto su questo concetto, e sembra veramente che in qualche misura Carlo agisca alle spalle della madre per scalzarla.Ma in realtà non è così. Semplicemente il futuro re cerca di trovare il suo posto, piuttosto infelice di non poter salire al trono immediatamente, cercando intanto di guidare la madre secondo le sue idee.

Ed è un racconto che ha tutto un altro sapore alla luce dei recenti eventi…

Piccoli problemi di corone

Leslie Manville in una scena di The Crown 5, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

Anche se più marginali, in questa stagione si racconta anche di altre questioni dei membri della famiglia reale.

Per quanto Elisabetta sia molto meno presente in scena, il suo rapporto con Filippo colpisce a fondo, complice anche la presenza di questi due straordinari attori, perfetti nei loro ruoli. Si racconta un matrimonio non del tutto felice, anzi quasi con ferite aperte da tempo e mai rimarginate, che però alla fine sembra trovare una sorta di pacifico compromesso.

Ma è pure un filo della narrazione quasi troncato.

Un piccolo spazio ha anche Margaret, di cui ho assolutamente adorato la scelta dell’attrice, molto più calzante rispetto a Helena Bonam Carter. Il personaggio ha una puntata quasi tutta per lei, che ho trovato molto toccante, ma la sua storia rimane sotterranea, ma presente, per il resto della stagione.

Perché forse fra lei e Diana non c’era così tanta differenza…

Un finale non scontato

Imelda Staunton in una scena di The Crown 5, serie tv Netflix creata da Peter Morgan

Ammetto che il finale mi ha lasciato un po’ interdetta.

E non penso di essere l’unica.

Come penso tutti, mi aspettavo una conclusione che quantomeno mostrasse un accenno della tragica morte di Diana e le sue conseguenze. Invece si gettano solo le basi della situazione che effettivamente finirà in tragedia.

E la vera conclusione, molto malinconica, è Elisabetta che visita la sua amata nave, che viene mandata in pensione, e po’ anche lei stessa si sente un ricordo del passato, sopratutto dopo le pressioni del figlio.

E non sa che il momento finale di un’era sta davvero per arrivare…