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Lo Squalo – Alle origini del terrore

Lo squalo (1975) di Steven Spielberg è considerato il primo film evento, paragonabile agli odierni blockbuster.

Infatti, godette di una distribuzione più mirata e di fatto atipica per il tempo. E, non a caso, fu un enorme successo commerciale: a fronte di 9 milioni di dollari di budget, ne incassò ben 476 in tutto il mondo.

Di cosa parla Lo Squalo?

Lo sceriffo Brody è a capo della polizia di una piccola città balneare, che viene improvvisamente sconvolta da una serie di terribili attacchi da parte di uno squalo di inusuale grandezza e ferocia. Brody dovrà mettere insieme una squadra per mettere fine alla sua minaccia…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea.

Vale la pena di vedere Lo squalo?

Lo squalo, Richard Dreyfuss e Robert Shaw in una scena di Lo Squalo (1975) di Steven Spielberg

Assolutamente sì.

Lo Squalo è un film che non può mancare nel vostro bagaglio cinematografico, anche per via della sua semplicità di fruizione. Infatti, anche grazie all’ottima regia di Spielberg, il film scorre molto facilmente, creando una splendida tensione e costruzione della rivelazione del mostro.

Ovviamente, se siete persone molto impressionabili ed avete una paura atavica degli squali e dell’acqua, potrebbe turbarvi profondamente…

Perché Lo squalo è considerato un film evento?

Un film evento è un film che non solo spinge il pubblico in sala, ma rende la visione un effettivo evento a cui non si può mancare di partecipare. Casi simili furono anche The Blair Witch Project (1999) e, più recentemente, Avengers Endgame (2019).

E Lo Squalo fu il primo caso effettivo di questo tipo: oltre a godere di massiccia campagna marketing, venne distribuito in tantissime sale in tutti gli Stati Uniti, fino a 950, tantissime per l’epoca.

E così inaugurò una nuova tendenza per l’industria cinematografica statunitense: film di avventura e azione, con una storia semplice, rilasciati in estate con un importante investimento nella comunicazione ed un ritorno assicurato.

Un concetto simile agli odierni blockbuster, appunto.

La costruzione del mostro

Lo squalo in una scena di Lo Squalo (1975) di Steven Spielberg

Il budget abbastanza contenuto del film ha portato Spielberg ad utilizzare ottimi espedienti per rivelare solo a tratti e gradualmente lo squalo, rivelandolo effettivamente solo nel finale.

Sembra paradossale, ma se si guarda il film diventa chiaro come la tensione sia soprattutto costruita tramite il suggerire (e il non mostrare) lo squalo, appunto. Così al primo attacco non si vede nulla, al secondo solo sangue e il materassino del bambino ucciso, e nel terzo solo la pinna o uno sguardo fulmineo della testa.

Così anche nella seconda parte del film, durante la caccia, lo squalo viene mostrato in maniera molto costruita, rivelandolo totalmente solamente alla fine. E, paradossalmente, vedendolo del tutto, lo squalo sembra molto meno minaccioso di quando non lo vediamo.

Una storia di tutti

Folla che scappa dallo squalo in una scena di Lo Squalo (1975) di Steven Spielberg

Un grande pregio del film, e anche probabilmente uno dei motivi del suo successo, è il suo taglio realistico e credibile. Vediamo infatti numerosissime comparse che si muovono sulla scena, in inquadrature che potrebbero sembrare quella di una banale ripresa di una qualsiasi spiaggia statunitense degli Anni Settanta.

Per questo tutta la costruzione della tensione nella prima parte del film, impreziosita dallo splendido tema di Williams, coinvolge così facilmente. E così allo stesso modo l’avventura della caccia, per quanto a mio parere sia un po’ troppo allungata, continua a sostenere quel taglio realistico, in particolare con continui fallimenti dei personaggi.

Infatti, alla fine i protagonisti vincono, ma con un espediente improvvisato.

Perché i sequel non hanno senso

Vennero prodotti diversi sequel, a cui Spielberg (giustamente) si rifiutò di partecipare, e che incassarono sempre di meno, non riuscendo mai davvero a lanciare il franchise.

Infatti, nonostante si sia appunto cercato di battere il ferro finché era caldo sul lato sequel, questi non hanno senso per un motivo molto semplice: la storia è già ridotta all’osso di per sé e non dà spazio a seguiti.

Infatti, alla fine il nemico viene indubbiamente sconfitto e vi è un lieto fine.

L’unico modo in cui si poteva fare un sequel è riportando lo stesso nemico e mettendo in scena combattimenti ancora più spettacolari. E così venne fatto per il primo sequel, Lo Squalo 2 (1978) che fu effettivamente un grande incasso. Ma l’entusiasmo svanì velocemente, con ulteriori seguiti che ebbero incassi molto modesti.

L’origine dell’isteria di massa

Lo Squalo fu uno – e il principale – prodotto che portò ad una isteria di massa nei confronti degli squali.

Lo squalo è fra gli animali acquatici più temuti, anche perché nel mondo occidentale non è così raro imbattervisi, a differenza di animali effettivamente pericolosi come i coccodrilli e gli ippopotami.

Purtroppo lo squalo è tutt’oggi cacciato e si è portato dietro una brutta nomea di aggressività e pericolosità per l’uomo. In realtà è un animale ben poco pericoloso per noi, con una media di appena 6 attacchi mortali nel mondo ogni anno.

E questo, se messo in proporzione ai milioni di squali uccisi nello stesso lasso di tempo, è davvero pochissimo.

E anche meno sono gli attacchi senza motivo di questo animale verso l’uomo, mentre è più facile che lo squalo venga attaccato se provocato. Quindi, del tutto diverso da come viene raccontato nel film.