Conclave (2024) di Edward Berger è un thriller politico ambientato nella Città del Vaticano.
A fronte di un budget medio – 20 milioni di dollari – è stato un ottimo successo commerciale: quasi 100 milioni in tutto il mondo.
(in nero le vittorie)
Miglior film
Migliore attore protagonista per Ralph Phinnes
Miglior attrice non protagonista per Isabella Rossellini
Migliore sceneggiatura non originale
Miglior colonna sonora originale
Migliore scenografia
Migliori costumi
Di cosa parla Conclave?
Con la morte del precedente Papa, si dà il via alla Conclave per scegliere il suo successore. Eppure è una questione più di politica che di fede…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di vedere Conclave?

Assolutamente sì.
Nonostante dall’esterno potrebbe apparire come un film acchiappa pubblico con un cast internazionale di star di richiamo per una vicenda scandalistica che ammicca al desiderio proibito di scoprire i dietro le quinte della Chiesa…
…al contrario, forse anche per la produzione europea, il film riesce ad essere un ottimo intrigo politico che abbraccia l’identità italiana senza stereotipizzarla, riuscendo a modulare l’utilizzo della lingua e delle dinamiche politiche senza fare un discorso fine a sé stesso, anzi.
Insomma, da riscoprire.

Atmosfera

Un elemento fondamentale – e per me piuttosto sorprendente – è come Conclave sia riuscito consapevolmente ad abbracciare l’ambientazione.
Infatti la pellicola si concede non pochi momenti per offrire ampie vedute interne ed esterne dei luoghi della vicenda, proprio per non ridurla ad una piccola vicenda fra uomini, ma anzi ad enfatizzarne l’importanza nello scacchiere politico.

Inoltre, il regista dimostra una particolare consapevolezza dell’ambientazione per due aspetti: i rumori bianchi – il chiacchiericcio molto italiano, lo stridore della macchinetta del caffè… – e, più in generale, elementi di italianità molto specifici, soprattutto nelle scene della mensa – come il grana sparso sui tortellini.
Al contempo, la pellicola non si impigrisce sul lato linguistico, facendo parlare i suoi interpreti solo in inglese, ma anzi spazia fra le varie lingue proprio a raccontare l’ampia realtà della Chiesa e la sua portata internazionale, fra inglese, italiano, spagnolo e persino molti momenti in latino.
E con queste premesse…
Politico?

La vicenda di Conclave è tutta politica.
Nonostante inizialmente siamo accompagnati all‘importante momento di passaggio per il Vaticano dalla figura del Cardinale Lawrence, lo stesso appare come una figura di contorno, che non ha alcun interesse a prendere posizione, anzi preferirebbe di gran lunga rimanere in disparte…
…nonostante venga costantemente messo in mezzo.

Non a caso la sua omelia di apertura, espressa principalmente in latino, vorrebbe ricondurre la Conclave ad un discorso di fede e di religione, quindi del tutto avulsa da questioni invece più terrene e umane, che al contrario diventeranno le protagoniste della scena…
…e di cui Lawrence diventerà il principale esecutore.
Altarini

La vicenda si Conclave è scandita da una sistematica rivelazione degli altarini.
Infatti, più Lawrence si immerge in questa vicenda del tutto umana, anzi piuttosto spinosa, più si ritrova a dover difendere la solidità della Chiesa dal punto di vista confessionale, volendo tenere lontano dalla Cattedra personaggi di dubbio gusto che farebbero solo del male all’Istituzione.
Ed è anche più interessante osservare come le vittime della sua indagine siano solo i candidati che si siano macchiati di crimini che andrebbero ad infangare la fama della Chiesa – simonia, violazione dei voti di castità… – ma non comprendano un personaggio estremo come il Cardinale Tedesco.

Lo stesso infatti non ha alcuna colpa se non il suo intestardirsi nell’idea di voler riportare la Chiesa alle sue radici più conservatrici e reazionarie, tanto da arrivare a voler annunciare una guerra santa nei confronti di un presunto nemico della Confessione: l’Islam.
E, inevitabilmente, la lotta è a due…
…oppure no?
Terreno

Lawrence non vuole essere Papa.
Più volte durante la pellicola i dubbi, financo le reazioni scomposte davanti a questa prospettiva, lo identificano come il candidato perfetto per questa posizione, proprio nel suo non volerla ricercare, nel suo non avere mire politiche ed autoritarie.
Eppure, neanche lui è la risposta che la Chiesa sta cercando.

Introdotto inizialmente come elemento di disturbo, il Cardinale O’Malley rimane saldo ai margini della scena per la maggior parte della pellicola, diventando centrale solo nella sua denuncia della gretta realtà del Conclave: un gruppo di uomini piccoli, arroccati nei loro palazzi d’oro, lontani dagli ideali della Chiesa povera e vicina agli ultimi.
E la sua scelta come nuovo Papa è significativa anche per l’ultimo segreto svelato da Lawrence: l’intersessualità del neo eletto Innocenzio, che ha scelto consapevolmente di non abbandonare, anzi di abbracciare come un dono di Dio che apra la Chiesa ad una visione più ampia e inclusiva, adattandosi alla sempre più stringente attualità.