Nata come progetto indipendente su YouTube dalla sua creatrice, Vivienne Medrano, Hazbin Hotel (2019 – …) è diventato un fenomeno di costume, raccogliendo appassionati in tutti il mondo.
Se sapete già tutto sulla serie, cliccate qui per saltare alla parte spoiler. Se invece per voi è tutto nuovo, continuate a leggere.
Hazbin Hotel Guida Alla visione

Di cosa parla Hazbin Hotel?
Charlie Morningstar è la figlia di Lucifero e Lilith, i due ribelli biblici per eccellenza, impegnata nell’ambizioso progetto di salvare l’Inferno dal totale degrado con il suo Hazbin Hotel.
Ma la strada della redenzione è tutta in salita…
Vale la pena di guardare Hazbin Hotel?

Non posso che dirvi sì, assolutamente.
Hazbin Hotel è la classica serie che sembra mettere una serie di ostacoli apparentemente insormontabili per molti spettatori (io per prima): è un prodotto animato ed è un musical.
Lasciando da parte il pregiudizio sull’animazione – è dichiaratamente un prodotto per adulti – da non amante dei film musicali sono rimasta totalmente conquistata dalla bellezza della storia e delle canzoni.

Infatti quella che potrebbe sembrare l’ennesima riscrittura moderna della mitologia cristiana, è in realtà una profonda riflessione sul classismo odierno e sull’inevitabile conflitto generazionale che lo accompagna.
Oltre a questo, la colonna sonora è ricca di metafore e simbologie piuttosto ricercate, che intessono una narrazione musicale che dialoga fortemente con sé stessa, risultando assolutamente indimenticabile.
Insomma, superate i vostri pregiudizi e dategli una chance.
È necessario vedere il pilot di Hazbin Hotel?

Sì e no.
La serie di Prime ha un atteggiamento piuttosto ambiguo sulla questione: una parte fondamentale della storia – l’origine di Alastor – presente nel pilot è ri-raccontata a metà stagione, in maniera secondo me anche migliore – e dopo aver lasciato ampio respiro al personaggio.
Al contempo, nel pilot sono presenti informazioni abbastanza importanti per comprendere appieno la trama, rispondendo a domande altrimenti insolute – in poche parole, molti dei personaggi presenti all’hotel non si capisce perché e come siano arrivati lì.
Il mio consiglio è di guardarvi la serie su Prime e solo dopo il pilot, così da colmare quei piccoli dubbi che sicuramente vi saranno venuti.
Comunque lo potete trovare qui.
Meglio guardare Hazbin Hotel doppiata o in originale?

Banalmente, entrambi.
La scrittura dei dialoghi di Hazbin Hotel, soprattutto per le canzoni, è particolarmente ostica, in quanto spesso si utilizza un vocabolario piuttosto ricco e ricercato, con diversi giochi di parole sostanzialmente intraducibili in italiano.
Eppure, l’adattamento e il doppiaggio italiano di Hazbin Hotel è indubbiamente uno dei migliori che ho ascoltato in tempi recenti, che ha veramente fatto del suo meglio per rendere tutte le sfumature di significato della serie, anche quando sembrava davvero impossibile.

Insomma, se masticate abbastanza bene l’inglese, vi consiglio di darle una prima occhiata in originale, e poi rivederla in italiano.
Al contrario, se vi sentite più a vostro agio con i prodotti doppiati, è godibilissima anche in italiano, ma vi consiglio di rivedervi almeno le canzoni in inglese, per cogliere alcuni elementi che purtroppo non possono essere resi appieno nell’adattamento.
E Helluva Boss?

Helluva Boss è lo spin off di Hazbin Hotel – anche se tecnicamente sarebbe il contrario, perché questa serie è nata prima – ed è disponibile gratuitamente su YouTube, dove vengono pubblicate periodicamente le nuove puntate.
È una serie molto diversa da Hazbin Hotel per la gestione della storia: si tratta sostanzialmente di puntate autoconclusive con una trama di fondo che viene spalmata su diversi episodi, ricalcando temi già espressi nella serie madre, ma affrontando altri punti di vista altrettanto interessanti.
Inoltre, è un banco di prova molto importante per l’evoluzione evidente della animazione di Vivienne Medrano, che migliora puntata dopo puntata con sperimentazioni sempre più ardite ed affascinanti…
….che spero di trovare anche nel seguito di Hazbin Hotel.

Hazbin Hotel 1×01

Charlie è una luce in una tenebra profondissima.
In questo senso il prologo è ottimamente funzionale a creare un collegamento fra l’antefatto e il presente: i due ribelli, Lilith e Lucifero, sono introdotti e raccontati nel loro splendido sogno rivoluzionario…
…che viene raccolto dalla figlia in un torbidissimo presente, in cui il massacro annunciato è appena avvenuto e in cui Charlie ha appena inaugurato l’ultimo baluardo di speranza in un mondo senza salvezza.
Perché all’Inferno sembra che nessuno voglia salvarsi…
Macchiette

Infatti, già con il primo confronto con Alastor e il suo fallace spot televisivo assistiamo alla drammatica lotta di Charlie contro un panorama che non ha nessuna intenzione di rinnovarsi in positivo, anzi che quasi si bea della sua attuale condizione.
E su questa china si articola tutta la narrazione secondaria dell’hotel nella prima puntata di Hazbin Hotel, che ha più che altro la funzione di fornire una sommaria caratterizzazione dei personaggi, inizialmente ancora molto macchiettistici.

Ognuno di loro sembra infatti rinchiuso in un ruolo che non ha alcuna intenzione di evadere: il barman brontolone – Husk – la star del porno depravata – Angel – e il macchinatore infido – Alastor.
L’unica figura che, come scopriremo meglio successivamente, sembra voler evadere la sua condizione è proprio Vaggie, la cui linea narrativa dell’intera stagione sarà finalizzata ad una redenzione nell’ombra.
Ma la vera protagonista della puntata è, ovviamente, Charlie.
Felice?

Dopo aver nuovamente sbattuto la testa sulla sconfortante realtà del suo hotel, la protagonista scappa letteralmente dallo stesso per abbracciare – e presentarci – il panorama infernale, con una canzone classica da musical, subito messa in discussione direttamente – da Angel e Vaggie – e poi indirettamente – da Adamo.
Ma già solo le comparse della scena mal si adattano allo spirito del brano: come Charlie canta il suo sogno – un giorno felice all’Inferno – che diventerà il suo leit motive, i personaggi intorno a lei sono violenti, caotici e persino – per ammissione della stessa protagonista – disgustosi.
Ma non è che il Paradiso sia davvero migliore…
Cazzone

Lasciatasi alle spalle questo panorama angosciante, Charlie può finalmente scontrarsi con il principale villain della serie: Adamo, una riscrittura veramente brillante e irriverente di una figura biblica già di per sé molto ambigua, in questo caso letteralmente un cazzone arrogante e classista.
E infatti tutto il loro incontro si articola nel totale menefreghismo del capo degli Esorcisti, che vuole parlare di tutt’altro – specificatamente di sé stesso – e che concede di fatto pochissimo tempo a Charlie per raccontare il suo progetto pieno di buone intenzioni…
…ma che viene subito fatto a pezzi dalla splendida Hell is forever, che funge sostanzialmente da contraltare di Happy day in Hell: da una canzone costruttiva, speranzosa e quasi ribelle, ad un rigido ribadire dello status quo e del suo totale immobilismo.

Una canzone che insomma ci presenta perfettamente il più grande ostacolo della serie: un sistema granitico e inamovibile, basato sulla convinzione che the rules are black and white, bianco e nero, si è winner or losers, vincenti – beati – o perdenti – dannati, e niente potrà cambiare.
Ne emerge anche un elemento particolarmente angosciate che sottolinea ancora di più come Adamo non vuole per nessun motivo cambiare lo status quo: dietro alla maschera di giustizia divina si nasconde invece il godimento della schiera degli Esorcisti nello sterminare i dannati.
And for those of us with Divine Ordainment / Extermination is entertainment!
E per per noi Guerrieri di Dio / Lo Sterminio è un vero spasso!
Fine?

Si innesta quindi in climax narrativo in cui Charlie viene sbattuta fuori dalla sua unica possibilità di successo, tornando all’hotel con la coda fra le gambe e non potendo neanche trovare conforto nel lavoro degli altri personaggi, il cui spot viene immediatamente calpestato dalla notizia dello sterminio anticipato.
Ma la rivelazione finale apre le porte ad una possibilità finora mai contemplata: ribattere allo sterminio.
E vincere.
Hazbin Hotel 1×02

La seconda puntata di Hazbin Hotel è, non a caso, la puntata delle seconde occasioni.
La trama si sviluppa in un sistema di scatole cinesi: ricollegandosi alla puntata precedente, Charlie deve ragionare sulla nuova situazione dell’Inferno e su come far funzionare il suo progetto, pur nella metà del tempo.
E così la battuta Ma pensi che si presenteranno alla nostra porta autonomamente? apre effettivamente le porte a Sir Pentious, personaggio apparentemente secondario, ma in realtà già da questa puntata vettore fondamentale della serie.
Ego

Infatti è proprio questo serpentesco villain della domenica a citare per la prima volta i Vees (o le tre V), villain fondamentali della trama, che godono di minuti cruciali di introduzione, anche senza apparire immediatamente in scena.
Infatti non vediamo subito Vox, ma la sua prima apparizione è preceduta da un racconto della classica dinamica della TV spazzatura che ipnotizza il suo pubblico, per poi mostrarlo mentre si bea del suo crescente successo.
La successiva apparizione di Velvette è in questa fase quasi di passaggio, utile solo ad introdurre l’insopportabile isteria di Valentino, che in questo primo frangente sembra davvero solo patetico e sottomesso al volere di Vox…

…ma che ben presto ribalta i ruoli, annunciando maliziosamente al compagno il ritorno del suo nemico, stuzzicandolo con una sottile malvagità che è solo l’antipasto della sua vera natura che esploderà nel quarto episodio.
Parte a questo punto una delle canzoni più belle e complesse della serie, Stayed gone, in cui Vox cerca disperatamente di sottolineare la sua prevaricazione nel panorama infernale, cercando di scalzare il minaccioso ritorno di Alastor.

E la sua fragilità è ben raccontata sia dalle parole del suo nemico – everyday has a new format! – sia dalla messinscena: Vox ha bisogno di sdoppiarsi, moltiplicarsi mille volte in mille ruoli diversi per imporre la propria inconsistente personalità.
Al contrario, Alastor si impone solo grazie alla sua monumentale presenza scenica, per cui la sua voce da sola ha un potere tale da tornare immediatamente ad essere un personaggio di primo piano, umiliando spregiudicatamente il suo nemico.
E la risposta di Vox è ancora più debole.
Crepa

Diventando una pedina nelle mani dei Vees, Sir Pentious è ancora più significativamente vettore della storia: la sua ritrovata bontà, seppur artificiosa, lo mette in diretto confronto – e, di fatto, in competizione – con Angel.
Così, se da una parte vediamo un personaggio compiacente che rende finalmente felice Charlie, dall’altra assistiamo alla prima crepa sulla sfacciata maschera su Angel, che si sente messo da parte – nonostante la colpa, di fatto, fosse tutta sua.

Nondimeno sarebbe fin troppo banale ridurre lo smascheramento di Pentious ad una mera vendetta, ma piuttosto ad un tentativo di Angel rendersi nuovamente utile agli occhi di Charlie, per quanto la stessa sia totalmente persa nel suo sogno di salvezza con la simpatica It starts with sorry.
E se un personaggio sgangherato come Pentious può avere una seconda occasione, allora persino Angel può cominciare a sperare nella sua…
Hazbin Hotel 1×03

Le protagoniste del terzo episodio di Hazbin Hotel sono collegate da un filo invisibile.
La puntata si apre con una presa di posizione di Charlie, che affida ingenuamente a Vaggie la responsabilità di gestire gli importanti esercizi della giornata, dopo aver assistito alla sua tirata piuttosto dura verso Sir Pentious.
Indirettamente così la protagonista vuole dare modo alla compagna di creare effettivamente una connessione con gli ospiti dell’hotel, cominciando con un innocuo test, che però svela immediatamente le discordie presunte o effettive fra gli ospiti.

Infatti se Pentious sottolinea ancora di più il suo vittimismo, rimanendo sorpreso di essere comunque accolto, si ribadisce la totale e imbarazzante follia di Nifty e, soprattutto, si anticipa lo scontro fondamentale fra Husk e Angel dell’episodio successivo
E con una Vaggie che prende il controllo della situazione, vige un pugno di ferro piuttosto crudele, che porta gli ospiti dell’hotel a diventare sostanzialmente compagni d’armi, davanti agli occhi sbigottiti di una Charlie che solo a quel punto si rende conto del peso che ha messo sulle spalle di Vaggie.
E qui si innesta il collegamento definitivo con l’altra protagonista della puntata.
Apparenza

Carmilla è solo apparentemente un crudele overlord.
Onestamente preoccupata per il destino delle anime infernali, cerca di portare un po’ di ordine con la sua riunione degli altri capoccia infernali, ma che viene totalmente rovinata dall’ingombrante presenza di Velvette, qui finalmente grande protagonista.
Infatti la presenza scenica del suo personaggio racconta una profonda arroganza – rappresentativa, per estensione, dei Vees in genere: la miccia che dovrebbe fare scattare la guerra contro il Paradiso è lanciata con grande teatralità sul tavolo…

…lo stesso in cui Velvette si posiziona la maggior parte del tempo.
E così infatti il loro scontro nella splendida Respectless si basa su due visioni distinte del mondo: se per Carmilla i Vees sono degli smug wannabes (intraducibile), senza alcun rispetto per gli altri, che pensando di potersi imporre facilmente nel panorama infernale…
Did you expect us to sit back and take your insolent brazen display?
Ti aspetti davvero che stiamo qui a sopportare la tua sfacciata insolenza?
…invece Velvette che ribalta totalmente il suo discorso, rivendicando di essere respectless, irrispettosa, perché lei è la #Bitch…
…and I will do / Nothin’ less than what I please
…e farò esattamente quello che mi pare

e, soprattutto, perché sa di aver ragione, sa di aver colpito un nervo scoperto di Carmilla, di aver mostrato il segreto che non vuole rivelare:
‘Cause when I brought out the angel’s head / Couldn’t help but observe / That your wrinkled face was turning red
Perché quando ho mostrato la testa dell’angelo / non ho potuto fare a meno di notare / che la tua faccia da vecchiaccia era piena di imbarazzo
E così, da questi due fili che si intrecciano fra Vaggie e Carmilla, si instaura l’ultima canzone.
Proteggere

Per quanto non sia una canzone particolarmente memorabile, Whatever It Takes è significativa per definire i caratteri delle sue protagoniste.
Entrambe infatti sono dilaniate interiormente dal peso del loro passato e delle loro responsabilità presenti: se Carmilla, per quanto ne abbia tutti i mezzi, non vuole andare in guerra contro il Paradiso per non mettere in pericolo le sue figlie…
I might lose the ones that I was killing for
[Andando in guerra] potrei perdere le persone per cui sto combattendo

…invece Vaggie si sente sostanzialmente inutile agli occhi di Charlie, persona che inconsapevolmente l’ha fatta rinascere dalle ceneri del suo disgraziato passato, ma a cui non può ricambiare il favore, ma è disposta a fare tutto il possibile:
So I, I’ll be your armor
Quindi sarò la tua armatura, farò tutto quello che serve / farò anche degli errori / ma passerò la mia vita al tuo fianco
Do whatever it takes / I’ll make the mistakes / I’ll spend my life being your partner
E, non a caso, le due si ritroveranno nella settima puntata.
Hazbin Hotel 1×04

Il titolo della puntata è già rivelatorio.
La mascherata infatti comincia fin da subito: mostrando uno dei suoi tanti video erotici, Angel vuole nuovamente sottolineare la sua esplosiva quanto artefatta personalità, basata sul suo essere lascivo oltre ogni controllo, esente da ogni critica.
Eppure, vi è una critica che Angel non può sopportare.

L’essere falso.
Un’illazione che andrebbe del tutto a smontare quella maschera così ben costruita dietro al quale si nasconde, che tutti sembrano aver accettato tranne Husk, l’altro grande protagonista della puntata.
Ma, anche volendo, Angel non può sfuggire a questa realtà.
Dietro le quinte

Tutta la scena successiva costruisce meticolosamente il climax per cui Valentino, finora personaggio quasi buffonesco, che sulle prime sembra solo voler spingere Angel a portare a termine un lavoro di bassa qualità – quindi non così affascinante come lo voleva far passare…
…arriva a reagire in maniera sempre più maligna alla insopportabile intrusione di Charlie, che subito Angel cerca di allontanare dal suo aguzzino, ma che inevitabilmente ne diventa preda…

E così l’incendio è la miccia definitiva: le blande scuse di Charlie diventano gradualmente un sottofondo per lo sguardo di puro terrore di Angel, che pietrificato davanti alla furia ormai inevitabilmente esplosa negli occhi di Valentino.
Così Angel viene forzosamente trascinato dietro le quinte, in quella realtà crudele e che cerca continuamente di nascondere, in quel rapporto abusivo e ricattatorio – e senza scampo…
Ma la facciata deve continuare: Angel deve cacciare Charlie, perché è l’unico modo in cui può difenderla dalle ingiurie di Valentino, dalla trappola di cui si sente l’unico colpevole – e l’unico che deve subirne le conseguenze.
Trappola

Un discorso ancora più angoscinantmente ribadito dalla canzone conclusiva della prima parte della puntata, l’iconica Poison, con cui ci avventuriamo nella personale trappola di Angel.
Infatti tutta la narrazione si basa sul concetto di non poter fare a meno di qualcosa, prima in un senso quasi di piccola colpa perdonabile…
I’m not above a love to cash in / Another lover underneath those flashin’ lights / Another one of those ruthless nights
Non posso fare a meno di amare il guadagno / di un altro amante sotto quelle luci lampeggianti / di un’altra di quelle notti crudeli

…poi sempre di più in senso di costrizione
Addicted to this feelin’, I can’t help but swallow / Up your poison
Dipendente da questa sensazione, non posso fare altro che / Ingoiare il tuo veleno
…fino alla totale ammissione di essere intrappolato in un incubo senza via d’uscita:
Poison, I’m drownin’ in poison /
Veleno, sto annegando nel veleno / Riempio il mio bicchiere ma è sempre vuoto / pieno di veleno, non lo posso più sopportare
I’m fillin’ up my glass but it’s always hollow / Full of poison, I’m sick of the poison
Veleno

Il termine cardine è ovviamente poison, veleno, che riassume chiaramente il senso della canzone.
Una bevanda attraente e desiderabile – indirettamente paragonata allo sperma, quindi al sesso – che invece è pericolosa e mortale, una dipendenza che lo porterà alla inevitabile morte:
My story’s gonna end with me dead from your poison
La mia storia finirà con me morto per il tuo veleno

E così la vera natura di questa vita sconsiderata è raccontata dal parallelismo interno della canzone, che sia nelle immagini che nel testo ci mostra una realtà che parte dall’essere desiderabile, con Angel che si getta fra un gruppo di amanti su un tappeto di soldi…
Every night I’m living like there’s no tomorrow
Vivo ogni notte come se non ci fosse un domani
…per passare invece ad una scena di sesso per nulla piacevole, ma che Angel deve sopportare, e per cui I’m living diventa invece I’m wasted:
Every night I’m wasted like there’s no tomorrow
Ogni notte mi distruggo come se non ci fosse un domani
E, infine, questo ribaldo rimarcare di vivere alla giornata diventa invece una maledizione: non avere un futuro, ma poter solamente sopportare questa vita giorno per giorno:
I wish I had something to live for tomorrow
Vorrei avere qualcosa per cui vivere
Colpa

Ma perché Angel non vuole farsi aiutare?
Un altro elemento ricorrente all’interno della canzone è questo continuo ribadire che la colpa è unicamente sua, anzi avrebbe dovuto essere più attento e capire a quale pericolo andava incontro…
I shoulda’ guessed that this would happen / I shoulda’ known it when I looked in your red-hot eyes / Spewin’ all your red-hot lies
Avrei dovuto prevedere che sarebbe successo / Avrei dovuto saperlo quando guardavo i tuoi occhi rossi e affascinanti / mentre sputavi le tue bugie così attraenti
E, per questo, l’unico modo per sopravvivere è fare quello che gli viene chiesto
Any way you want me, baby / That’s the way you got me, I’ll be yours
In qualunque modo tu mi voglia / Così mi avrai, sarò solo tuo

…e alienarsi totalmente dal presente, per scomparire dentro ad un sogno che si è rivelato un incubo:
I got so good at bein’ untrue /
Sono diventato così bravo a mentire / così bravo a dirti quello che vuoi sentire / io mi alieno, io scompaio
I got so good at tellin’ you what you wanna hear / I disassociate, disappear
Ed è proprio questo suo rifiutare un aiuto a rendere Angel insopportabile…
Salvare

Nella seconda parte dell’episodio, torniamo all’hotel carichi di una nuova consapevolezza.
Assistiamo ad un Angel ancora più sconsiderato nel nascondere i suoi veri sentimenti, a liquidare il terribile pomeriggio come una cosa da nulla, e così ad avventarsi così su Husk per l’ennesima volta, venendo di nuovo accusato di essere falso e meschino.
E, dopo un furibondo litigio, Husk diventa l’improbabile protettore nell’ombra di Angel, incoraggiato dalla preoccupazione di una Charlie troppo ferita e insicura da mettersi nuovamente in prima linea.

Ma Husk è un testardo, e non può esimersi dall’intervenire quando vede Angel pronto a farsi nuovamente drogar – e e quindi violentare – e tenta di trascinarlo nuovamente lontano da quel mondo tossico e mortale, incoraggiandolo ad abbandonare la recita…
…per portare Angel, finalmente, a confessare il suo tentativo disperato di distruggersi per apparire meno interessante agli occhi di Valentino, così da poter in parte evadere questo incubo di cui è il solo colpevole.
E così, dopo aver confessato che dietro il suo carattere burbero si cela in realtà un animo spezzato da l’ennesimo patto con un demone – Alastor – Husk introduce quella che è personalmente la mia canzone preferita di tutta la serie: Loser, Baby.
Perdente

Nelle prime strofe Husk ribadisce la drammaticità della situazione, utilizzando una serie di immagini piuttosto colorite, fra cui
You’re feelin’ filthy as a dive bar bathroom stall
Ti senti disgustoso come il bagno pubblico di un bar da quattro soldi
Creando l’aspettativa per una sorta di consolazione…e invece soprendendoci con una battuta quasi crudele, in cui Husk ribadisce che si, la situazione è uno schifo:
You’ve lost your way, you think your life is wrecked / Well, let me just say you’re correct
Sei senza speranza, pensi che la tua vita sia uno schifo / Be’, hai proprio ragione!

Il concetto è quasi ironicamente ribadito da sempre un’altra serie di paragoni piuttosto creativi
You’re a screw’s-loose-boozer / An only one-star reviews-er / You’re a power-bottom at rock bottom
Sei un ubriacone senza speranza / un attore di serie Z / sei quello che si trovando si scava sotto al fondo del barile
ma ribadendo dopo ogni insulto un concetto fondamentale: non sei solo, facciamo un po’ tutti schifo.

E, dopo le prime rimostranze, Husk riesce ad accompagnare Angel verso questa importante realizzazione, confortandolo in un modo in cui mai si potrebbe aspettare: accentandolo semplicemente per quello che è.
Coked up, dick-suckin’ hoe?
Una puttanella succhia cazzi drogata?
Baby, that’s fine by me!
Baby, a me piaci così!
Insieme

Ed è proprio in questo momento che finalmente Angel esplode in un canto vittorioso, in cui rivendica la sua tragica situazione non più con supponenza e fingendo che di trovarsi in una posizione invidiabile, ma semplicemente per quello che è: uno schifo.
I’m a loser, honey / A schmoozer and a dummy / But at least I know I’m not alone
Faccio schifo amore / sono un millantatore e uno sciocco / ma almeno so di non essere solo

E il canto è sempre più rivelatorio e liberatorio: Angel finalmente è onesto con se stesso, con tutte le sue colpe che, però, non sono davvero una vergogna in una realtà dissennata come quella infernale.
Ma, l’importante è non essere soli:
A loser, but just maybe if we / Eat shit together, things will end up differently
Faccio schifo, ma magari se / siamo insieme nella stessa merda le cose andranno diversamente

E Angel è ancora più se stesso nel momento in cui fa innamorare definitivamente Husk: non più un passivo alla vita, un millantatore, ma una figura pugnace e in prima linea per combattere e affermarsi…
…con le sue splendide nove braccia e le due mitragliatrici brandizzate.
Accettando infine, un drink non più da solo per dimenticare, ma per aiutarsi nelle comuni sfortune.
Hazbin Hotel 1×05

La quinta puntata di Hazbin Hotel è sostanzialmente un classico per Vivianne Marrano, la creatrice della serie.
Infatti, il tema del conflitto fra padre e figlia ritorna più volte anche in Helluva Boss, ed è sempre basato sull’incomprensione fra i due personaggi, che infine riescono inaspettatamente – ed affettuosamente – a ritrovarsi.
In questo caso la preparazione del personaggio di Lucifero partiva già dalla prima puntata, nel breve scambio al telefono di Charlie con il padre, fino a questo momento il convitato di pietra in un gran numero di conversazioni.

E qui finalmente viene svelato il loro turbolento rapporto: un padre assente che, anche prima della separazione da Lilith, era una presenza fuggevole nella vita della figlia, e ancora di più nei sette anni successivi.
Da questo racconto e dalle parole di Nifty – I bet he’s scary – si costruisce un simpatico siparietto in cui vediamo Lucifero per la prima volta di spalle, apparentemente indaffarato in chissà quale congegno infernale…
…per poi rivelarsi invece un insicuro che stava creando la sua ennesima paperella di gomma per combattere la depressione.

Una visione piuttosto straniante, considerando il tipo di personaggio biblico di riferimento, ma che mostra la chiara intenzione di riscriverlo in un’ottica già anticipata dal prologo: un sognatore ribelle, abbattuto dalla sua eccessiva intraprendenza.
Infatti, mettendo insieme i pezzi, appare chiaro come il suo personaggio, a differenza della moglie, si sia sempre più chiuso in se stesso – motivo forse anche della separazione – diventando profondamente insicuro e insoddisfatto…
…soprattutto nei confronti di una figlia con cui non riesce a parlare.
Parata

Per questo il suo arrivo all’hotel non ha davvero niente a che fare con il piano di Charlie, ma è invece un tentativo disperato di riallacciare i rapporti con la figlia, fin da subito ostacolato dall‘ingombrante figura di Alastor.
E proprio per questo Lucifero esplode nella splendida Hell’s greatest dad, un canto di rivendicazione in cui cerca di riempire quella voragine lasciata nella vita di Charlie tramite una serie di promesse piuttosto ardite, quasi ridicole.
Per la prima volta da anni infatti sembra che Lucifero sia tornato in piena forma, pronto a sfoderare tutti i suoi poteri angelici, pronto persino a rompere di nuovo le regole

I’ll rig the game for you because I’m the ref!
Truccherò i dadi per te perché sono io che faccio le regole!
…in una parata di esternazioni che creano un diretto parallelismo con Stayed Gone: in tutta la sua insicurezza, sia Lucifero che Vox hanno bisogno di moltiplicarsi in mille personaggi diversi per avere una presenza significativa in scena.

E, allo stesso modo, Lucifero viene facilmente scalzato da Alastor, che invece basta da solo per andare a colpire un nervo scoperto, per andare a rimarcare le mancanze del padre di Charlie, prendendone esplicitamente il posto
It’s a little funny / You could almost call me / Dad!
È proprio buffo / Potresti persino chiamarmi / Papà!
Guinzaglio

E, di fronte ad una canzone poteva concretamente andare avanti all’infinito, fa capolino in scena un personaggio che, al pari di Pentious in precedenza, è la chiave per il proseguimento della puntata: Mimzy.
Infatti la sua apparizione ci dà finalmente l’occasione per (ri)scoprire il misterioso passato di Alastor – già spiegato, anche se con meno dettagli, nell’episodio pilota – e tratteggiare una figura ancora più inquietante di quanto già non fosse.
Eppure, c’è un altro lato della questione.

Dal veloce scambio con Husk nella scena subito successiva, veniamo alla scoperta di un particolare non da poco:
Big words for someone who is also on a leash!
Paroloni per qualcuno che è al guinzaglio quanto me!

Una rivelazione improvvisa che dà luogo ad un ventaglio infinito di interpretazioni possibili – Alastor è sottomesso a Lilith, essendo scomparso per lo stesso numero di anni? Oppure fanno entrambi parte di un patto col Paradiso che ancora dobbiamo scoprire?
…che avranno però risposta probabilmente nella seconda stagione.
Ma Mimzy non ha ancora finito il suo compito.
Paura

Lucifero è incapace di affrontare Charlie.
Profondamente deluso dal disastroso risultato della sua ribellione, non riesce a sopportare l’idea che anche il piano della figlia le scoppi in faccia, e per questo o divaga…
…o si rifugia nel comportamento mostruoso di Alastor per giustificare la sua totale disillusione.

E invece per la prima volta Charlie sorprende il padre, andando a ribaltare quella raccapricciante visione del demone della radio che si ciba degli strozzini di Mimzy in una dimostrazione a suo modo di fedeltà e di protezione nei confronti dell’hotel.
E così, finalmente, parte More than anything.

Ancora una volta forse non la canzone più iconica della serie, ma comunque un momento bellissimo di riappacificazione, in cui Charlie (ri)racconta la loro storia dal suo punto di vista, mostrando di aver preso sicuramente la vena combattiva dalla madre…
…ma il desiderio di sognare proprio da Lucifero.

E basta questo, basta che Lucifero finalmente ammetta la sua paura nel perdere Charlie, nel vederla crollare sotto il peso delle regole degli angeli, basta che la protagonista rimarchi il fatto di voler ripercorrere le orme del padre per riuscire finalmente a riunirli sotto un comune destino.
Ovvero, far valere la propria voce in Paradiso.
Hazbin Hotel 1×06

La sesta puntata di Hazbin Hotel è sostanzialmente un ribaltamento dell’incipit.
Charlie è emozionata quasi come bella prima puntata, arrivando ad ingigantire l’importanza di questo momento in maniera totalmente illogica, come ben racconta lo scambio con Vaggie:
(Vaggie) Charlie, you’re only going to Heaven for a few hours
(Vaggie) Charlie, sarai in paradiso solo per qualche ora!
(Charlie) Vaggie we are only going to Heaven for a day!
(Charlie) Vaggie, noi saremo in Paradiso per un intero giorno!

E così dopo il siparietto con San Pietro, facciamo finalmente la conoscenza delle grandi protagoniste della puntata.
Ovvero, Sera e la sua giovane allieva, Emily, che è in tutto e per tutto la versione angelica di Charlie, tanto che fa eco all’entusiasmo della protagonista in Welcome to Heaven, prima di essere corretta da Sera:
(Emily) After you see our realm, you’ll never wanna go back down!
(Emily) Dopo che avrete visto il Paradiso, non vorrete mai più andatevene!
(Sera) Of course, it is just temporary / I’m sorry you can’t stay
(Sera) Ovviamente non è possibile / mi spiace che non possiate rimanere

Apparentemente solamente una gag fine a se stessa, in realtà un indizio piuttosto importante di come lo spirito anti-classista di Charlie non sia un caso isolato…
…ma che ci siano anche personaggi all’interno delle schiere angeliche che abbiano la stessa prospettiva di non dividere il mondo in bianco e nero, fra buoni e cattivi come Adamo e Lute.

Più in generale, Welcome to Heaven è una sorta di ripresa di Happy day in Hell, in cui il Paradiso viene presentato nella sua perfezione e bellezza – anche se è in realtà solamente apparente, come vedremo.
E, con la breve uscita di scena di Charlie, trascinata dall’entusiasmo di Emily nello scoprire ancora di più le bellezze angeliche, scopriamo finalmente l’oscuro segreto di Vaggie, una ex-esorcista pentita, punita per l’inammissibile pietà.
E col ricatto di Adamo l’udienza si fa sempre più spinosa…
Connessione

Le due trame della puntata sono strettamente collegate.
Infatti Angel diventa inconsapevolmente testimone del valore del progetto di Charlie, mettendolo alla prova proprio nel momento di maggior tentazione, in cui neanche gli ammonimenti di Husk riescono a farlo desistere dal ricadere nella dipendenza.
Ma una pillola in più non basta a cambiare un’importante consapevolezza…

Infatti fin da subito quella bontà d’animo da sempre presente nel suo personaggio emerge quando Angel si impegna a proteggere una Nifty ingenuamente incontrollabile, soprattutto quando rischia di essere catturata da Valentino.
Ed è questo il momento del primo colpo di testa del personaggio, che finalmente smette di mentire prima di tutto a se stesso, e anzi dichiara a voce alta tutto il suo disprezzo per Valentino e per i suoi inganni, incassando persino un violento schiaffo.
E forse questa maturazione non vale più di qualunque scelta sbagliata fatta in passato?
Chissà…
Valore

Il palese valore della redenzione di Angel non è abbastanza per farlo arrivare in Paradiso…
…ma nessuno sa il perché.
L’ignoranza degli Angeli verso le regole del loro stesso regno è una zampata piuttosto importante del sottotesto tematico della serie: come le classi sociali più elevate spesso lo sono senza meriti particolari…
…allo stesso modo le scelte sbagliate dei dannati all’Inferno – e, per estensione, degli ultimi sulla Terra – non sono del tutto affibbiabili alle colpe dei singoli, ma piuttosto ai contesti ostili in cui spesso nascono, quasi come se fossero già condannati alla nascita.

Proprio da questa idea così rigida di divisione fra i regni si sviluppa l’ulteriore dialogo fra Sera e Emily, quando la giovane serafina è spiazzata davanti alla pochezza di argomentazioni dell’Angelo e alla sua totale chiusura mentale:
Now, we turn our backs, no second glance?
E gli neghiamo questa possibilità, senza neanche pensarci due volte?
E proprio nelle sue risposte Sera fa indirettamente intendere che ci siano delle motivazioni ulteriori sul perché un’anima entri in Paradiso o meno – solo uno dei tanti segreti che ha tenuto fino a questo momento ad Emily.

Da questo duetto apparentemente pacifico i toni si alzano improvvisamente per comporre il quintetto della splendida You didn’t know, proprio quando Charlie si scaglia contro Sera per la sua ottusità…
…per essere rimbeccata da Lute e Adamo insieme, che ribadiscono sostanzialmente quando detto in Hell is forever.
Ma proprio in questo contesto una parola di troppo da parte di Adamo porta finalmente alla luce la goffa e violenza risposta del Paradiso contro un Inferno che sembra incapace di controllare, portando in maniera inaspettata Emily a rivoltarsi contro la stessa Sera:
Was talk of virtue just pretension? / Was I too naïve to expect you / To heed the morals you’re purveying?
Tutto quel parlare di virtù era solo una facciata? / Sono stata così ingenua da aspettarmi che attuassi quella stessa morale di cui ti fai portatrice?

…per poi unirsi a Charlie in una asprissima risposta alla ottusa cattiveria di Hell is forever, per tratteggiare un mondo che non è per nulla bianco e nero, buoni e cattivi, ma piuttosto sfortunati e privilegiati:
If angels can do whatever, and remain in the sky / The rules are shades of gray when you don’t do as you say / When you make the wretched suffer just to kill them again!
Se gli angeli possono fare quello che vogliono e rimanere in Paradiso / Allora le regole non sono così limpide quando non fai quello che prometti / e quando fai soffrire i dannati solo per ucciderli di nuovo!

Una forte presa di posizione che però viene subito scalzata ora da Adamo e Lute, che perfidamente scelgono proprio quel momento per rivelare la vera natura di Veggie, così far crollare su se stessa una Charlie totalmente devastata…
…e dal confronto privato fra Sera e Emily, dove la prima ammonisce la giovane allieva di non rivoltarsi contro il Paradiso se non vuole fare la stessa fine di Lucifero.
Anche se probabilmente la sua storia è appena cominciata…
Hazbin Hotel 1×07

La settima puntata è il classico momento di passaggio.
Trovandosi in un apparente capolinea, Charlie percorre una via alternativa che non avrebbe mai voluto prendere – ben spiegata nel pilot – ovvero di stringere un patto apparentemente molto innocuo con Alastor, che indubbiamente avrà terribili conseguenze in futuro.
A mio modesto modo di vedere, se si accetta la teoria che Alastor abbia un patto con Lilith – e io mi ci ritrovo molto – con ogni probabilità, quando la stessa farà finalmente capolino in scena, chiederà a Charlie di intervenire per spezzare il loro legame.
Ne è indizio anche la battuta in merito nella puntata successiva:
The constraints of my deal surely have a back door
Di certo c’è una via d’uscita da questa costruzioni (del mio patto)
Inizio?

Ma tornando al presente, Charlie e Vaggie subiscono una dovuta separazione, prendendo due strade diverse per affrontare l’inevitabile scontro col Paradiso, entrambe associandosi a personaggi dalla dubbia moralità…
La trama dedicata a Cannibal Town l’ho sempre trovata un pochino improvvisata, come se la serie non sapesse dove sbattere la testa per chiudere velocemente la stagione, nonostante nel complesso possa servire essere un punto di partenza per l’evoluzione di Charlie.

Infatti il fine ultimo della protagonista è di sapere raccogliere intorno a sé abbastanza personaggi che siano effettivamente convinti e coinvolti con la sua idea, e qui deve proprio mettersi alla prova nel suo momento di massima debolezza.
Ma per una volta, basta veramente una canzone per convincere i cannibali ad unirsi a lei, pur con delle motivazioni non proprio innocenti, anzi si può proprio dire che Charlie li colpisca alla pancia nei loro istinti primordiali.
Ma gli istinti sono la matrice di questa puntata.
Motivazione

Vaggie ha bisogno di cambiare punto di vista.
Per quanto semplicistica, l’affermazione di Carmilla ha del vero quando suggerisce all’ex-esorcista di cambiare il suo modo di combattere: non più per odio e sete di sangue, ma per proteggere chi ama.
Allo stesso modo, particolarmente azzeccata la strategia che utilizza contro gli Angeli, da sempre raccontati come fin troppo alteri e sicuri di se stessi, tanto da lasciare il fianco scoperto a qualunque inaspettato contrattacco.

Con Out for love si arriva quindi ad una danza conciliativa, che conduce alla riconciliazione anche fra Charlie e Vecchie, con la protagonista ormai convinta delle buone intenzioni di una persona da cui pensava invece di essere stata tradita.
Altrettanto simpatica e devo dire molto meno gratuita di quanto mi sembrasse all’inizio l’entusiastica partecipazione dei personaggi rimasti all’Hazbin Hotel, che decidono tutto sommato di non odiarsi più come all’inizio e di voler difendere un luogo che finalmente sentono come la loro casa.
E allora che giustizia sia fatta.
Hazbin Hotel 1×08

L’ultima puntata di Habzin Hotel è la più ambiziosa e pericolosa.
La creatrice della serie arrivava da un’esperienza di puntate principalmente autoconclusive con Helluva Boss, e infatti si era mossa con qualche difficoltà nel dover costruire una storia unitaria.

Tuttavia bisogna riconoscere il finale funziona complessivamente bene per quello che vuole raccontare: la ritrovata coesione degli ospiti dell’hotel, già anticipata nella precedente puntata.
Particolarmente gustosi in questo senso i diversi siparietti singoli, dalle risate isteriche di Nifty e Alastor, allo sguardo sognante di Angel mentre guarda Husk, dalla mezza confessione di Pentious a Cherry fino alla reprise più agrodolce di Whatever it takes fra Charlie e Vaggie.
Sconfitta

Il problema più grande della battaglia finita è dover gestire così tanti personaggi in scena…
…e, soprattutto, definirne le abilità.
Insieme alla differenza fra dannati e hellborn, i diversi poteri dei personaggi in scena non sono stati mai chiaramente definiti, e in questo senso appare un certo livello di improvvisazione nel cercare di mantenere una coerenza di fondo.

Tuttavia, la serie riesce nel complesso a muoversi con abbastanza scioltezza fra i diversi personaggi, con particolare focus sullo scontro fra Adamo e Alastor, in cui le scelte artistiche sono particolarmente creative e indovinate.
Ma, davanti al disfatta del demone della radio e al crollo della barriera, si crea una particolare sequenza di eventi concatenati: l’estremo sacrificio di Pentious che da definitivamente infuriare Charlie, che riscopre un po’ all’ultimo i suoi poteri demoniaci e va all’attacco.

Ma la sua furia non basta a battere Adamo, in un climax particolarmente drammatico con il parallelo scontro fra Vaggie e Lute, che solo inizialmente ha come vincitrice la prima, e che porta finalmente all’apparizione di Lucifero in tutta la sua potenza serafina.
E da qui si innesta l’ultimo atto dello scontro.
Vittoria

L’arrivo di Lucifero è determinante.
In uno scambio piuttosto irriverente con Adamo, il grande capo dell’Inferno rimette finalmente al suo posto l’insopportabile leader degli Esorcisti, infine smascherato in tutta la sua inconsistenza…
…per essere definitivamente umiliato dalle divertite pugnalate di Nifty.

Questo ultimo frangente merita un discorso a parte perché è ricchissimo di particolari che possono sfuggire alla prima visione: quando Lucifero pronuncia la sua infelice battuta (I will fuck you invece che I will fuck you up), il sorrisetto di Angel è accompagnato dall‘istintivo sguardo laterale di Husk…
…e, quando Nifty accoltella Adamo, l’unica a non reagire sbigottita è ovviamente una Vaggie particolarmente entusiasta di vedere il suo nemico finalmente sconfitto, e la stessa minuscola inserviente dell’Habzin Hotel è l’unica ad alzare la mano quando Lucifero propone di mangiarsi dei pancake per festeggiare.
E così si arriva alla splendida Finale.
Arrivo

La canzone conclusiva non è solo il punto di arrivo di Habzin Hotel, ma soprattutto del viaggio di Charlie.
Nella primissima puntata – e per gran parte delle successive – la protagonista si trovava totalmente sola nel suo sogno, osteggiata da ogni parte, e qui sembra arrivata ad un apparentemente inevitabile capolinea, in cui tutti i suoi sforzi sono stati inutili:
I took a hotel and I destroyed it / I know I could have done better /Better, instead of letting you down
Ho preso un hotel e l’ho distrutto / So che avrei potuto fare molto meglio / invece che deludervi

Ed è proprio in questo momento che è assolutamente determinante l’entrata in scena di Lucifero, finalmente sinceramente convinto del progetto di Charlie, che le ricorda quanto ha fatto finora
In the last 10,000 years / You’re the first one to change this town
Negli ultimi diecimila anni / sei la prima che ha cambiato l’Inferno
e quando ancora ci sia da fare:
You can’t quit now. Hell, you owe it! / There’s still damage to be undone
Non può arrenderti ora. Maledizione, non te lo meriti / C’è ancora tanto da fare

Ed è fondamentale che in questo canto consolatorio si uniscano tutti i personaggi in scena, finalmente coesi e volenterosi di fare proprio il sogno di Charlie, che riesce a ricomporsi proprio con questa consapevolezza:
Fulfill your destiny!
Segui il tuo destino!
So long as I’ve got all of you with me!
[Lo farò] finché vi avrò tutti al mio fianco!
Ma la canzone finale è fondamentale soprattutto per due momenti.
Progetti

A modo loro, nel finale altri due personaggi cantano il loro sogno.
Prima di tutto Vox, spettatore piuttosto entusiasta della disfatta di Alastor, che con delle battute piuttosto brillanti e colorite racconta i suoi ambiziosi progetti per il futuro:
After the battle, masterless cattle / Overlords hanging by a thread / With a bit of bravado / Maybe tomorrow, we’ll be atop the heap
Dopo questa battaglia, l’Inferno è senza guida / Gli overlord sono al capolinea / e con un po’ di coraggio / forse domani saremo noi al comando

e così Vox racconta tutto il suo egocentrismo, cercando di prendersi tutta la scena, e solo secondariamente includendo anche Valentino e, solo all’ultimo, anche Velvette:
Nature abhors a power vacuum, it leaves room for you and me / The future of Hell belongs to The Vees
I vuoti di potere non durano molto, e lasciamo spazio per noi due / Il futuro dell’Inferno è nelle mani dei Vees

Ma se il demone della televisione pensa che Alastor si sia fatto da parte di sbaglia di grosso: con la sua canzone, il personaggio rifiuta di diventare un martire per i suoi amici:
“Great Alastor, altruist, died for his friends”? / Sorry to disappoint… / That is not where this ends!
Il grande Alastor, l’Altruista, morto per i suoi amici? / Mi spiace deludervi / Ma non è così che finisce la mia storia
ribadisce invece il suo piano di evadere il suo patto – con Lilith? – e così tornare nel pieno delle forze:
Once I figure out how to unclip my wings / Guess who will be pulling all the strings
Quando avrò capito come liberarmi / Indovina chi avrà finalmente l’ultima parola
E così tutti i personaggi si riuniscono in quella che è di fatto una reprise di Happy day in hell, ma questa volta ribadita con forza e convinzione da una Charlie finalmente non più sola.
Ma è solo l’inizio.
Epilogo

I due epiloghi gettano le basi per diversi discorsi di grande interesse.
Anzitutto, l’arrivo di Pentious in Paradiso: fino a quel momento la morte nell’aldilà era una sorta di seconda morte definitiva, su cui si basava tutto il concetto dello Sterminio.
Proprio per questo questa inaspettata apparizione, accolta con grande entusiasmo da Emily e con altrettanto terrore da Sera, ci racconta che le regole sono cambiate – e che, forse, la grande apparizione della prossima stagione sarà lo stesso Creatore?

Allo stesso modo, una Lute furiosa introduce finalmente una Lilith nascosta in un panorama evidentemente angelico, probabilmente parte di un patto con gli Angeli ancora tutto da scoprire, che potenzialmente la renderà la grande villain della prossima stagione.
A meno che un Adamo infernale non faccia capolino…